Sta per finire un altro anno.
La frase, nella sua innegabile verità, ha un senso di nostalgia.
Di tempo che passa o, come direbbero altri, d’invecchiamento.
Io però sono un inguaribile ottimista e nonostante le cattive notizie che stanno accompagnando questo inverno come una vecchia coperta di lana sempre più pesante e sempre meno calda, mi ritengo una persona fortunata.
Ripercorrendo il 2012 un ricordo prevale su tutti; il terremoto che ha colpito la nostra Regione.
A Bologna non ci sono stati danni materiali ma la paura e stata comunque tanta. Lo sguardo spaventato di tutta la mia famiglia ed una sensazione di terrore mista ad impotenza non spariranno facilmente dai miei ricordi, ed è giusto che sia così. Non voglio infatti dimenticare.
Perché in quel momento ho forse capito cosa era stata la gioventù dei mei nonni.
Perché in quel momento ho pensato a quello che avevano provato loro durante la guerra; la paura di perdere qualcosa, qualcuno, tutto.
E la guerra è probabilmente peggiore di qualsiasi terremoto perché non lascia solo macerie e dolore ma anche odio e rancore.
La scossa in quel caso non si misura in secondi ma in anni.
Anche per questo che mi ritengo una persona fortunata.
Perché vivo in un Paese che, anche grazie ai nostri nonni, è oggi in pace e, nonostante tutto, garantisce un ragionevole livello di democrazia a tutti i cittadini.
Pertanto, anche a costo di sembrarvi un trainer di Miss Italia, mi auguro che il prossimo anno possa portare un po’ più di pace e di serenità in questo bistrattato mondo.