Anno di produzione: 1960 (presunto)
Valore stimato: 40 euro
Vedendo la “P” racchiusa nelle tre ellissi ho pensato per molto tempo di avere tra le mail una radio Panasonic a valvole ma, come spesso si dice, mi sono poi accorto che i conti non tornavano.
La presenza delle valvole portava a collocare la costruzione dell’apparecchio in una data presumibilmente antecedente agli anni 60 ma in quell’epoca i prodotti Panasonic avevano un logo completamente diverso.
Dopo molte ricerche la risposta è venuta confrontando una foto del pannello posteriore e del circuito interno. In rete ho trovato infatti la sua sorellina rosa, la Zephyr 5005, sotto comparata con il mio modello bianco e frontale leggermente diverso.
Nonostante il logo non corrisponda (forse la mia radio era stata ”ribranderizzata” con quello di un distributore locale) si tratta in entrambi i casi di una Zephyr mod. 5005 di produzione giapponese dotata di 5 valvole.
Normalmente, forse per passione o forse per semplice rispetto di queste fulgide vecchiette, tendo a ricercare anche nei piccoli particolari il lato estetico più rilevante dell’apparecchio. Davanti a questo modello però mi sono arreso; la radio è indiscutibilmente brutta.
Una semplice scatola con due manopole, sintonia e volume, piazzate in modo quasi casuale sul frontale senza alcun rapporto estetico o di proporzione.
Probabilmente il costruttore puntava sulla qualità tecnica e (forse) sul prezzo.
La cosa che più mi ha colpito è la protezione (intrinseca) contro i contatti elettrici. Al momento si sfilare il pannello posteriore anche l’alimentazione elettrica del circuito viene disattivata. Sul pannello è infatti montata una semplice presa che si scollega dalla corrispondente spina montata sul circuito stampato.
Nell’immagine seguente trovate un dettaglio di questo particolare contatto.
In realtà ho notato che anche la National utilizzava per le sue radio a valvole un analogo sistema di protezione. Non c’è molta altro da dire. Il modello in mio possesso, commercializzato negli Stati Uniti, richiede una alimentazione a 115 volt per un consumo di 35 w.
La Zephyr continuò anche negli anni seguenti la produzione di radio passando dalle valvole ai “moderni” transistor con conseguente riduzione delle dimensioni al classico formato tascabile.
Come altri modelli dell’epoca sulla parte inferiore veniva incollato sull’involucro esterno lo schema elettrico della radio.