Steve Jobs di Walter Isaacson (14,00 eurini spesi molto bene)
Per iniziare citerò il numero delle pagine del libro: 642 (compreso l’indice).
Ora dopo averlo letto tutto durante le ferie estive volevo parlare di Steve Jobs e della sua biografia ufficiale ma, capirete, è molto difficile.
Probabilmente impossibile.
Io inoltre non sono mai stato un seguace della filosofia Apple, l’ho sempre considerata troppo chiusa, troppo costosa, troppo… alla moda.
Pur partecipando come molti altri tecnici della mia generazione a tante discussioni, pro o contro Jobs ed al suo modo di concepire e sviluppare i prodotti, l’argomento non mi ha mai particolarmente appassionato. Riconosco però la genialità del personaggio e pertanto volevo leggere la sua biografia, per conoscerlo e capire cosa lo ha guidato nel corso della sua carriera.
Senza fretta però, magari una delle ultime copie presenti in un ipermercato ad un prezzo scontato.
Io non sono il genere di persona che fa la fila per avere il primo pezzo, il primo volume.
Non per disprezzo, è semplicemente il mio modo di concepire un acquisto. I seguaci di Steve mi perdoneranno.
I soldi però il libro li vale tutti, anche a prezzo intero.
E’ una lettura bellissima e penso inoltre sia fedele e obiettiva. Probabilmente questo è stato il segreto del suo successo.
E’ una biografia che mette anche a nudo le sue debolezze, che rende Steve più umano. Non ho però cambiato idea sul mio modo di concepire i prodotti.
Io li preferisco aperti, con qualche imperfezione.
Proprio come la vita di Steve Jobs.
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Italiani di domani di Beppe Severgnini (15,00 eurini spesi molto bene)
Sono un fan di Severgnini e pertanto il mio parere potrebbe non essere troppo obiettivo.
La sensazione che mi ha lasciato la piacevole lettura delle 165 pagine di “Italiani di domani” è di vitalità ed entusiasmo. Spero possa essere contagiosa.
Oggi infatti ne serve tanta sia dell’una che dell’altro, ai giovani, ma anche ai meno giovani. E’ un libro scritto per i nostri ragazzi che contiene tanti buoni consigli (la lettura è però vivamente consigliata anche ai genitori).
In alcuni passaggi puntualizza giustamente le colpe delle precedenti generazioni. Anche le nostre.
Non è infatti possibile continuare ad addebitare la crisi del nostro Paese solo ai bamboccioni, ai politici, agli extracomunitari o agli imprenditori disonesti.
L’Italia un tempo era migliore.
Tocca a tutti gli italiani non piangere sul latte versato e ricostruire il Paese.
Il futuro per i nostri ragazzi deve essere migliore.
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Il mondo della radio di Enrico Menduini (12,90 eurini spesi male)
Questo è il secondo libro che ho portato nello zaino durante le recenti vacanze, purtroppo però non ha soddisfatto le mie aspettative. Pensavo infatti di trovare all’interno del testo dei contenuti storici e tecnici ma invece mi sono ritrovato in mano un’analisi della radio prevalentemente sociale con piccoli spunti persino filosofici.
Il libro mi aveva incuriosito in quanto è venduto anche su Ebay nella sezione “Radio a transistor”; forse anche per questo credevo di trovare dei riferimenti tecnici ma purtroppo questo aspetto in realtà è del tutto assente.
La pubblicazione non è sicuramente da buttare in quanto è innegabile che la nascita e la diffusione della radio broadcasting portò importanti risvolti sociali sia in America che in Europa.
Nonostante questo, pagina dopo pagina, il mio livello di interesse si è praticamente azzerato e, lo confesso, ho abbandonato l’impresa prima di raggiungere la 281esima.
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Steve Jobs di Federico Bona (9,90 eurini spesi bene)
Durante la settimana di vacanza appena terminata mi sono dedicato ad un pò di lettura.
Il primo libro di cui vi parlo, recentemente pubblicato da Baldini&Castoldi, è costruito attraverso una raccolta di interviste e materiale già precedentemente pubblicato o disponibile in rete. Un vero appassionato della ”mela” non troverà pertanto delle novità sulla vita di Steve Jobs (per altro difficilmente si potrà aggiungere molto dopo la recente uscita della biografia ufficiale). Se invece non conoscete bene il personaggio e siete curiosi di percorrere le tappe fondamentali della sua vita attraverso i suoi successi e le sue contraddizioni il testo di Federico Bona può rappresentare una piacevole e veloce lettura.
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Castelli di rabbia di Alessandro Baricco (8,00 eurini spesi così così)
“Se fosse musica sarebbe jazz” riportava uno dei tanti commenti pubblicati sul web. Personalmente completerei la frase aggiungendo che si tratta sicuramente di jazz di ottimo livello, suonato con vera maestria. Ma il jazz, si sa, non è roba per tutti e personalmente l’ho sempre trovato indigesto. Nonostante abbia una visione limitata dell’autore (Seta, Next, Emmaus) non definirei “Castelli di rabbia” uno dei migliori libri di Baricco. La sua lettura richiede troppa pazienza ed attenzione con il risultato di sfinirti prima della fine. Inoltre troppo spesso la vanità dell’autore oscura il racconto che si perde in mezzo a virtuosismi letterari. E’ vero che il romanzo tocca in certi passaggi la poesia, ma va anche detto che a volte è proprio una ”palla”!
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Luci ed ombre di Google di Ippolita (9,90 eurini spesi bene)
Forse più luci che ombre. Comunque interessante. L’analisi, che illustra nascita e sviluppo del colosso di Mountain View, prende spunto dalla filosofia Googleiana “Don’t be evil” (Non essere cattivo) per analizzare gli effettivi limiti del motore di ricerca più utilizzato al mondo. Il fatto che sia ormai utilizzata la forma verbale “to goggle” come sinonimo di ricerca in rete la dice lunga sulla diffusione ormai planetaria del servizio. Come sempre però l’importante è conoscere lo strumento che stiamo utilizzando al fine mantenere il rispetto dei ruoli. Rimanere utilizzatore senza essere a nostra volta utilizzati. Come è facile capire i risvolti commerciali di un simile strumento sono immensi ed è pertanto sbagliato pensare ad un motore di ricerca capace di rispondere a qualsiasi domanda e soddisfare tutte le esigenze di ricerca in internet. In sintesi nel testo potete trovare delle interessati riflessioni sull’industria dei metadati nel loro complesso per capire anche i meccanismi nascosti. Personalmente il testo l’ho acquistato in libreria ma i più “griccioni” possono scaricare il libro sotto licenza Creative Commons sul sito dell’autore ovvero del gruppo di ricerca Ippolita. Anche in questo caso una piccola donazione mi sembra comunque d’obbligo.
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Le tre società di Luca Ricolfi (15,50 eurini spesi bene)
Ho finito di leggere, con qualche difficoltà, questo rapporto sul cambiamento sociale in Italia. Dicevo, con difficoltà, in quanto il libro si basa sui dati raccolti dall’Osservatorio del Nord Ovest, fondato dallo stesso Ricolfi, e pertanto ci troviamo di fronte una vera e propria relazione socio-economica, non certo un semplice saggio. Non sono però stato deluso, anzi tutt’altro. I contenuti sono interessanti e molti dei dati contenuti nel testo sono degni d’ulteriori riflessioni. Sono rimasto ad esempio colpito da come l’Osservatorio ha elaborato un indice d’integrazione sociale relativa ponendo a confronto il rapporto scolari/detenuti degli stranieri con quello degli italiani. L’analisi ci evidenzia come, pur con tante difficoltà, l’integrazione lentamente migliora. Non è chiaramente solo questa la sorpresa. Gli omicidi a Napoli sono prossimi al minimo storico e ben lontani dalla sensazione di “nuova emergenza; La Val d’Aosta presenta un sistema sanitario del tutto inefficiente e peggiore spesso di quello presente in alcune regioni del sud Italia; Le graduatorie di competitività internazionali, spesso sbandierate da analisti e politici, presentano un evidente “deficit di trasparenza” (il termine mi sembra veramente molto elegante). Ma non voglio anticiparvi troppo il contenuto. In mezzo a tante sorprese però una triste conferma: Con l’ultima finanziaria il Governo Prodi ci ha proprio “Preso per il cuneo!”. Non siete ancora convinti ? Per i più scettici una piccola perla: La spesa per l’aumento degli assegni famigliari (1,4 miliardi di euro) è in buona parte coperta dall’apparentemente irrisorio (e spesso già dimenticato) AUMENTO dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti (oltre 1 miliardo di gettito). Buona lettura.
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Noi moriamo a Stalingrado di Alfio Caruso (16,60 eurini spesi bene)
Dal barbiere, durante il taglio dei capelli, la conversazione passa spesso da un argomento all’altro. Questo libro mi è stato consigliato proprio da Giancarlo il barbiere. Parlandomi del libro ero rimasto incuriosito dal fatto che la ricostruzione riguardava le vicende di 77 autieri dimenticati dalla storia e quasi tutti morti nella sacca di Stalingrado. Mio nonno fu più fortunato, anche lui era un’autiere dell’ARMIR. Tornò a casa. Il libro raccontata, attraverso le lettere inviate ai famigliari dai militari italiani, le tremende condizioni in cui operarono le armate inviate da Mussolini. Condizioni disumane di freddo, fame, privazioni e malattie. Di norma l’autiere era un privilegiato; addetto nelle retrovie all’approvvigionamento dei combattenti del fronte. Due autoreparti si trovarono però al momento sbagliato nel posto sbagliato: Stalingrado, gennaio 1943. La controffensiva russa accerchiò le truppe dei tedeschi e dei loro alleati costringendoli ad una lenta agonia. Molti dei sopravvissuti morirono poi, dopo la resa, nei campi prigionia allestiti provvisoriamente nei dintorni di Stalingrado o nella successiva permanenza nei gulag russi. Con la collaborazione anche di alcuni loro familiari il libro ha cercato di ripercorrere l’ultimo periodo di vita dei militari italiani. E oggi, anche grazie al loro impegno, questi 77 autieri riemergono da una triste storia di guerra che per anni li aveva dimenticati rendendo il loro sacrificio, se possibile, ancora più assurdo. Memoria e dialogo contro ogni genere di guerra.