Oltre alle tascabili a transistor di marca Sony, la mia piccola collezione comprende anche altre tipologie di radio. Dal punto di vista tecnologico di norma lo spartiacque storico contrappone le “più moderne” a transistor alle “veterane” a valvole. Questa distinzione vale anche come semplice classificazione tecnica. Le radio a valvole, concepite per un ambiente domestico, hanno sempre incontrato delle difficoltà ad uscire dalle mura di casa. Il principale problema era proprio dovuto al tipo di tecnologia utilizzata; infatti i tubi a vuoto male si prestavano alla miniaturizzazione e richiedevano un sistema di alimentazione piuttosto complesso. La mia collezione inizia però proprio dai modelli a valvole attraverso il recupero di una piccola “marellina” di mio nonno. Prima di concentrare la mia attenzione sui modelli a transistor ho infatti recuperato la Radiomarelli, successivamente affiancata da una radio giapponese (Zephyr) e da una radio americana (RCA) entrambe acquistate in rete. Questo trittico, non progettato ma nato bensì da un semplice caso, penso rappresenti degnamente la filosofia costruttiva dei diversi paesi. Troviamo infatti racchiusa insieme la ricerca italiana per lo stile e per la qualità, l’approccio americano di un prodotto portatile, con una griglia “motoristica” simbolo di un paese in continuo movimento ed infine la semplicità orientale che racchiude però all’interno contenuti tecnologici che anticipano l’enorme potenzialità dell’industria elettronica giapponese. La classificazione delle radio avviene però anche attraverso altri criteri; esistono infatti quelle da tavolo, o da salotto di dimensioni importanti e destinate ad essere collocate in una posizione fissa. Altre invece, di dimensioni più contenute, vengono semplicemente definite da comodino. Proprio su queste ultime è stato sviluppato per la prima volta il concetto di radio portatile. L’alimentazione a batteria e la maniglia da trasporto consentirà infatti di portare finalmente la musica e le notizie all’aria aperta condividendo ovunque il piacere dell’ascolto, con gli amici o con la fidanzata. Da qui il passo alla radio tascabile è breve. La miniaturizzazione doveva però passare necessariamente dallo sviluppo di una nuova tecnologia. Il transistor.
Ma questa… è un’altra storia.