Forse negli ultimi post mi sono dedicato un po’ troppo al settore cine/fotografico ma al momento è l’argomento che più mi appassiona. Prendere o lasciare.
Le tecnologie si sviluppano sempre più velocemente ed anche il video ad alta risoluzione non è più un’esclusiva degli istituti di ricerca o della NASA.
Prevedere cosa accadrà in futuro non è facile ma questa volta voglio provarci.
Per iniziare una domanda: Dopo l’ubriacatura del 3D è ora il momento del 4K?
Personalmente credo che i due “fenomeni” siano molto diversi.
L’avvento del cinema 3D e di tutti i relativi apparati e standard video in grado di supportare questo sistema sono nati prevalentemente da un’esigenza commerciale: Rilanciare le sale cinematografiche ormai in declino. L’ulteriore spinta dei costruttori e delle case cinematografiche verso apparati e supporti video “domestici” in 3D ha paradossalmente accelerato la fine di un sistema. Occhialini, qualità non sempre elevata, insorgenza di disturbi visivi, rappresentavano i principali limiti del sistema. Cosa rimane ora del 3D?
Direi poco. Oltre a qualche logo sparso qua e la nei grandi magazzini di materiale video il fenomeno sarà forse ricordato dai tecnici per l’implementazione della connessione HDMI spinta alla versione 1.4 proprio per consentire di supportare il segnale tridimensionale.
Dopo questa introduzione “tombale” del 3D passiamo al 4K ovvero al nuovo standard definito, in modo non del tutto corretto, come video ad ultra alta definizione (UHD).
Per semplificare il concetto possiamo dire che si tratta sostanzialmente di un ulteriore significativo salto in avanti nella qualità del segnale digitale che passa dalla risoluzione HD di 1920 x 1080 al nuovo standard di 3840×2160 pixel.
“Digital video resolutions (VCD to 4K)” di TRauMa – Opera propria. Con licenza CC0 tramite Wikimedia Commons.
Con due semplici moltiplicazioni potete verificare di persona come di fatto la risoluzione venga quadruplicata con indubbio vantaggio per la qualità video.
Proprio per questo motivo non credo in questo caso che siamo di fronte ad una moda, stiamo probabilmente invece parlando di un vero e proprio passaggio “generazionale”. Le registrazioni in 4K sono ormai passate dalla tecnologia sperimentale al mondo professionale grazie allo sviluppo di telecamere e reflex in grado di gestire questa enorme mole di dati.
L’elevato flusso di bit rappresenta oggi la principale criticità alla rapida diffusione del nuovo standard. Supporti di memoria, computer, collegamenti, spesso “faticano” a garantire una corretta gestione del 4k.
Nonostante queste difficoltà vedo un futuro roseo per il nuovo formato.
Di fatto l’aumento delle dimensioni degli schermi non solo televisivi ma anche professionali sarà un sicuro traino alla diffusione del 4K.
Anche nell’uso domestico la maggiore definizione consentirà una visione più ravvicinata che abbinata, perché no, ad uno schermo curvo ci farà entrare nella scena in un modo talmente realistico da essere spesso paragonato ad un effetto tridimensionale. Ormai un televisore di 50 pollici è, dal punto di vista economico, alla portata di tutti.
Se questo schermo è a 4K la distanza ottimale di visione (vedi Raccomandazione ITU-R BT.1845-1) si riduce ulteriormente rispetto ai cosidetti TV “fullHD” in quanto, a parità di dimensioni del televisore, i pixel sono più piccoli.
Potremo pertanto vedere una buona immagine anche restando molto vicini allo schermo (meno di un metro, ovvero 1,6 volte l’altezza dello schermo) con un angolo di visione talmente ampio da far entrare lo spettatore nel video!
Diverso scenario è invece quello delle trasmissioni video. In questo settore lo sviluppo del nuovo standard ad ultra alta definizione UHD (in questo caso il termine è corretto) credo faticherà a diffondersi e probabilmente sarà ancora per un po’ di anni limitato a canali e trasmissioni sperimentali e a tv a pagamento.
Detto questo ha senso effettuare registrazioni in 4K?
Si, senza dubbio.
Anche se non utilizzeremo subito l’eccezionale risoluzione del nuovo segnale video i principali vantaggi sono:
- La possibilità di mettere in casa dei master alla massima qualità disponibile per un “comune mortale”. Per ora ci accontenteremo di una conversione in HD ma, tra qualche anno, quando tutti i sistemi saranno “maturi” potremo gestire ed elaborare le registrazioni a nostro piacimento.
- La possibilità di convertire il segnale in HD garantendo comunque un miglioramento in termini qualitativi e di definizione.
- La possibilità in post produzione di utilizzare delle porzioni del fotogramma. Disporre di una superfice quattro volte superiore al formato HD offre molteplici vantaggi nelle operazioni di montaggio video (ritaglio, effetto zoom, stabilizzazione, ecc.)
Come avrete capito io non ho molti dubbi sulla validità del nuovo formato 4K.
Presto spero di acquistare una nuova videoreflex per sperimentare il nuovo formato.
Non preoccupatevi, vi terrò aggiornati!