La visita alla collezione Nigelli è stata l’occasione per riaprire un libro regalatomi molti anni fa: Moto G.D di Enrico Ruffini, una pubblicazione della “collana monomarca” di Giorgio Nada Editore.
Forse non tutti sanno che questa Casa Editrice è un punto di riferimento per tutti gli appassionati di motori. Libri specialistici, raccolte illustrate, storie dei piloti più famosi all’interno dei quali possiamo trovare molte informazioni e dettagli non sempre reperibili in internet.
Anche il piacere di possedere il libro, poterlo sfogliare, gratificarsi con le tante illustrazioni rappresenta ancor oggi un piacere di cui non mi riesco a provare nonostante lo sterminato mondo del web.
Ed è proprio rileggendo alcune pagine di questo libro, pubblicato nel 1990, che ho trovato un bellissimo passaggio che ci fa ben capire lo spirito che animava la Bologna dei motori:
Mario Mazzetti, fondatore della MM, fu alla G.D come collaudatore nel 1923. Alfonso Morini, suo socio, nel 1937 si rese indipendente e dette vita alla casa omonima, che divenne celebre nel dopoguerra e ancor oggi continua la sua attività nel gruppo Ducati-Cagiva. Le tendenze separatiste emerse nel periodo Ghirardi causarono il sorgere di due nuove marche, che però ebbero vita effimera: la Dall’Oglio (1926) e la BB dell’ingegnere Bocchi (1927). I fratelli Conti Boselli, già concessionari a Milano, costruirono nel 1937 la casa FB, che produsse la Mondial, dominatrice nei circuiti internazionali negli anni Cinquanta. I nomi di Cavedagni e Sceti sono legati alla vicenda G.D fin dagli inizi: sappiamo che, nel 1929, i due uomini capaci si misero in proprio facendo nascere la CM, fabbrica di ottime moto, che agì fino al 1958. La Minarelli Motori, a tutt’oggi in piena attività, proviene da Vittorio Minarelli, tecnico della G.D prima della guerra. Così pure Otello Cattabriga, che si distinse per le macchine frigorifere, fu in rapporti con la G.D per la realizzazione della 175 nel 1929. Poerio Carpigiani, altro pioniere dell’industria del freddo, usò questa motoleggera in alcune corse per dilettanti. E che dire dei Drusiani? Padre e figlio nei loro modesti locali di via Milazzo, lavorarono a lungo per la G.D, acquisendo una tale maestria da meritarsi la stima incondizionata di tutti quelli che si rivolgevano a loro per ogni sorta di questioni motoristiche.
La generazione che fu capace di impegnarsi in modo così proficuo è ormai al tramonto ed il suo modo di progettare appare del tutto superato di fronte alla tecnologia moderna, che si affida più all’intelligenza artificiale che alla fantasia. Ma se oggi siamo arrivato a tal punto, il merito va riconosciuto a quelli che spesero il loro ingegno tra squadre, regoli e compassi. Quando per far notare la loro bravura, si usava dire “Ha cominciato alla G.D”; “Ha fatto pratica alla G.D”…