Dal confronto con altre città europee mi sembra chiaro che la mia affezionata “grassa signora” ha bisogno di rinnovare un po’ il guardaroba. Non sono uno stilista e neppure un architetto ma è abbastanza evidente che Bologna deve rilanciarsi.
Sparita ormai la spinta ideologica degli anni 60 e 70 di sviluppare una città modello che rappresenti la sinistra italiana, le istituzioni si sono progressivamente appiattite sull’ordinaria amministrazione.
Una gestione del patrimonio bolognese improntata al “fare e disfare” al “vorrei ma non posso”.
Un eterno compromesso che ha finito per anestetizzare Bologna.
Finalmente negli ultimi anni qualche spiraglio. La nuova sede del Museo di Arte Moderna, la consegna da parte della Fondazione della Cassa di Risparmio del Museo di Bologna a Palazzo Pepoli ed altri interventi urbanistici di rilievo.
Lo scorso anno si è aggiunto un altro piccolo gioiello, il MAST.
Il MAST (Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia) è una fondazione no profit nata da un’idea di un’importante famiglia imprenditoriale bolognese. Il progetto della fondazione si è poi concretizzato in una serie di edifici costruiti su un’area industriale dismessa grazie all’impegno della presidente del gruppo, Isabella Seragnoli.
Una vera e propria cittadella finalizzata a promuovere progetti di innovazione sociale e servizi a supporto delle aziende del gruppo Seragnoli e della città di Bologna.
Un bell’esempio di architettura ma soprattutto di sviluppo delle potenzialità cha hanno spesso rappresentato il nostro territorio nel mondo: cultura e innovazione.
In attesa che il Comune si faccia promotore anche di questa nuova parte del patrimonio bolognese vi invito a visitare la Gallery, attuale sede di una bella mostra di fotografia industriale.
Per info: www.fondazionemast.org